a Kengo Kuma
Gianluca Marziani
Curatore e critico d'arte contemporanea
Quadrato, rettangolo, cerchio, triangolo ... la geometria come simbologia dinamica per una riflessione sui valori etici condivisi, sui modelli di equilibrio socioculturale, sui sistemi che connettono persone e comunità abitative.
Cristina MMR Bonucci ha costruito tre domus in scala ridotta, sorta di maquette spirituali e meditative, al confine tra scultura visionaria e scenografia sensoriale. Tre isole architettoniche che parlano di sacro e sinestesia,
integrazione e dialogo, bellezza e morale. Tre spazi mentali per narrare un viaggio individuale dal valore collettivo, costruito attorno a quelle geometrie simboliche che definiscono la Natura e i suoi cicli biologici.
La mostra a Palazzo Collicola Arti Visive rende omaggio allo sguardo architettonico di Kengo Kuma, allo spirito olistico dei suoi edifici tra misura del corpo e aura del pianeta. Le opere sono state allestite nel Salone del
Piano Nobile, la sala più avvolgente con la sua quadratura teatrale e la sua altezza vertiginosa. Il soffitto volumetrico in legno diventa il controcanto ideale delle tre domus, un cielo geometrico che partecipa al rigore
scenico delle sculture, al ritmo essenziale degli elementi, alla sospensione gravitazionale della geometria.
Le tre sculture integrano elementi esterni al rigore degli edifici. Nella prima domus l'artista ha inserito alcuni archetipi simbolici, legati allo spirituale e alla ricerca incessante di spazi metafisici.
Nella seconda domus si tratta, invece, di figure del potere contemporaneo, declinate dall'artista per affinità interpretative. Nella terza domus, infine, ha scelto evocazioni emotive, sentimenti, ispirazioni interiori
che uniscono gli archetipi della prima domus ai personaggi reali della seconda. È una triangolazione di contenuti per integrare le differenze e plasmare una comune coscienza sul mondo, sulla vita, sulle relazioni,
sulla bellezza.
A KENGO KUMA 1
L'opera, nata come omaggio ai templi di Kyoto, stabilisce nella forma abitabile l'idea di un dialogo tra culture e archetipi religiosi. La scultura, appena sollevata dal suolo, ricrea una polifonia armonica tra Buddhismo,
Shintoismo e Cattolicesimo. Una sospensione leggera che simboleggia l'elevazione dello spirituale, così come le canne di bamboo incarnano la congiunzione sinestetica tra Uomo e Natura. Sulle tre pareti scorrevoli troviamo tre
immagini che declinano le religioni coinvolte: per lo Shintoismo il Torii, portale sacro secondo la religione di stato giapponese; per il Buddhismo il Bodhi Tree, l'albero sotto il quale Siddharta Gautama avrebbe avuto
l'illuminazione; per il Cattolicesimo la Vergine della Tenerezza, Madre per eccellenza e giusta sintonia con i valori aperti di un'architettura aspirazionale. A completare l'opera anche tre testi che illustrano le rispettive
religioni e ricreano un confronto, visuale e filosofico, tra le scritture d'origine.
A KENGO KUMA 2
La seconda domus è ispirata alle tipiche pagode giapponesi. Al suo interno vediamo alcuni personaggi che definiscono la narrazione morale dell'artista: l'Imperatore Akihito è inserito al centro del crisantemo, simbolo
floreale dell'Impero; il Principe ereditario Naruhito è associato al fiore sacro del ciliegio; il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è collegato alla bandiera tricolore; Pietro Grasso è abbinato all'ulivo;
infine due donne, Virginia Raggi e Yuriko Koike, rispettivamente primo Sindaco di Roma e di Tokyo, associate alla Colonna di Traiano e alla Skytree nipponica.
A KENGO KUMA 3
Mentre la prima scultura accentua il ruolo del quadrato e la seconda quello del rettangolo, qui si evidenziano il cerchio e il triangolo. Le immagini sono stampate su tela e fissate su plexiglass - l'aurora, il tramonto, la notte - per conferire una dimensione eterea all'opera. Una sorta di uscita dalle due dimensioni, per ricercare quel punto d'incontro che ci fa divenire "uno", seppur con storie, culture e civiltà lontane. Il centro della domus ospita un piccolo materasso per rilassarsi e scrutare le diverse fasi del giorno. Anche questa stanza è sospesa da terra e vi si accede tramite tre scalette, poste intorno al perimetro circolare del pavimento.
Riproduzione riservata.